LA RESIDENZA DELLA MORTE

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” Ci trasciniamo nella terra pantanosa e argillosa pieni di paura e ridotti allo stremo. Stiamo per arrivare alle nostre nuove tombe, così chiamiamo le nostre nuove case. Prima di trascinarci fino al nuovo posto, facciamo appena in tempo a prendere una boccata d’aria e già alcuni di noi vengono presi a manganellatre in testa. Dalle teste spaccate e dai volti feriti scorre il sangue. È il benvenuto che viene dato ai nuovi arrivati. Dono tutti sbalorditi e si guardano intorno per capire dove sono capitati. Subito ci informano che abbiamo appena avuto un un assaggio della vita nel campo. Qui regna una disciplina ferrea, Ci troviamo nel campo della morte. È un’isola della morte. L’uomo non viene qui per vivere ma per trovarvi, prima o poi, la propria morte. Non vi è posto per la vita nella residenza della morte…”

Da un manoscritto del prigioniero ebreo Załmen Gradowski trovato dopo la liberazione nel terreno dell’ex campo.

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Description

Album sul KL Auschwitz. Contiene sia materiale d’archivio dagli anni di attività del campo, sia le fotografie contemporanee che presentano le sue rimanenze.

Il materiale d’archivio in forma di documenti e di fotografie proviene principalmente dalle raccolte del Museo Nazionale di Auschwitz-Birkenau di Oświęcim, che dopo la guerra si è preso cura di conservare le tracce del delitto nazista e di commemorare il martirio e la morte delle sue vittime. Mostra il terreno del vecchio campo e delle strutture negli anni 1940-1945 e – cosa più importante – la sorte dei deportai ad Auschwitz. Sia di coloro i quali immediatamente dopo il trasporto sono stati uccisi nelle camere a gas, sia di coloro che sono stati condannati a lavorare e morire nel campo di concentramento.

Le fotografie contemporanee sono opera del noto artista Adam Bujak, da anni appartenente all’avanguardia dei fotografi polacchi. In esse viene rappresentato l’attuale aspetto dei terreni dell’ex-campo, che si trovano entro i confini del Museo. Mostrano le rimanenze del campo, in parte conservate in condizione originale, altre in forma di rovine, le prove e le tracce del delitto di un disumano sistema totalitario. Forniscono la prova di ciò che è importantissimo e che distingue il Museo da tutti gli istituti simili nel mondo: il terreno originale sul quale è avvenuto il più grande delitto del XX secolo, l’Olocausto. “La terra dove i più presenti sono i morti”, come la ha definita Henry Moore, noto scultore inglese.

Completano il materiale iconografico presentato nell’album frammenti di testi scritti di nascosto, principalmente dai prigionieri durante la permanenza ad Auschwitz. Parte di essi venne sepolta nel terreno del campo e rinvenuta dopo la guerra, parte sotto forma di bigliettini segreti o comunicazioni sono stati fatti passare al di fuori del campo per vie segrete anche quando esso era in attività. Alcuni frammenti di testi provengono da relazioni, rapporti e ricordi dei prigionieri, scritti dopo la fuga dal campo. Sono state inoltre inserite descrizioni di tali scene e fatti che potevano solo conoscere e tramandare gli autori del crimine, e quindi le SS personale del campo. Esse provengono dai loro ricordi, scritti subito dopo la guerra, nel periodo in cui permanevano nei campi di internamento oppure nelle prigioni.

Additional information

Weight 1,05 kg